La direttrice generale e coordinatrice della community “Donne protagoniste in sanità” al terzo Open Meeting dei “Grandi Ospedali”: “Aumentare le prestazioni ambulatoriali è importante ma serve anche altro”

Napoli, 30 maggio 2024 – “Per abbattere le liste d’attesa bisogna lavorare anche sul modello organizzativo della nostra sanità. Il problema è importante, e aumentare le prestazioni ambulatoriali, pur necessario, non basta. Bisogna lavorare sulle sinergie tra ospedali e medicina territoriale, ad esempio affinchè i percorsi di cronicità siano sempre gestiti in collaborazione col territorio, in modo da gestire la richiesta di prestazioni in modo più appropriato e funzionale per il cittadino”.

A dirlo è Monica Calamai, direttore generale dell’Azienda Usl di Ferrara, Regione Emilia Romagna e Commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara e coordinatrice della community “Donne protagoniste in sanità” intervenuta alla terza edizione dell’open meeting “Grandi Ospedali”, l’evento organizzato da Koncept che è già diventato un punto di riferimento nell’orizzonte della sanità nazionale.

“Dobbiamo lavorare per abbattere le liste d’attesa. L’Emilia Romagna è la massima produttrice di prestazioni ambulatoriali, 1548 su mille abitanti a fronte di una media nazionale di 1000 per mille abitanti, ma non basta. Il problema è importante, è indispensabile costruire un modello organizzativo della nostra sanità completamente diverso in cui la medicina territoriale sia sullo stesso piano di quella ospedaliera. Le due realtà devono lavorare sempre più insieme e strettamente al fine di gestire la richiesta di prestazioni in modo più appropriato e funzionale per il cittadino. Nel momento in cui la persona è presa in carico per le patologie che deve curare, diminuirà la richiesta continua di ulteriori prestazioni in autonomia, che implicano una serie di problematiche”.

“Donne protagoniste in sanità è un progetto importante che sta spiegando a tutta la comunità l’importanza della sanità territoriale, sta prendendo campo nel territorio nazionale e anche a livello internazionale. Mette al centro donne che portano avanti il cambiamento, conoscono la sanità territoriale e devono dire la loro”.